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Inaugurazione personale di Guido Airoldi

Sabato 24 ottobre ore 18:00
in via XX Settembre 35a, Verona

SILENZI MANIFESTI

Il silenzio è una persistenza insostenibile. Su un piano prettamente visivo, uno squarcio, una sfumatura “inappropriata” ad un contesto di apparente coerenza cromatica, può sortire il medesimo effetto. In questi lavori, il colore che emerge dalla sovrapposizione dei piani materiali provoca con insistenza il nostro sguardo, in qualche modo lo disturba, cercando di condurlo forse ad una trasmutazione dei suoi paradigmi. All’interno di una prospettiva che assume il principio di realtà come metro di valutazione dell’opera, ecco che la nostra visione subisce il contraccolpo di un’immagine che ritorna sullo sguardo in una dimensione straniante e irriducibile a qualsiasi tentativo di significazione. Vediamo inoltre che il colore sciupato, come anche i segni di deterioramento – strappi, pieghe, increspature – diventano gli elementi di somatizzazione di un temporalità sedimentata che si raccoglie sulla superficie di materiali lasciati a se stessi. Proprio qui, le tracce rivelano il potenziale trasformativo di un tempo quotidiano apparentemente trascurato: il colore smarrisce la sua vivacità originaria come conseguenza di una lunga esposizione alle condizioni dell’ambiente stradale; la pioggia testimonia del suo passaggio picchiettante, laddove i contorni delle gocce, disseccati e ridefiniti dai raggi solari, diventano il perimetro di piccoli spazi localizzati sulla superficie omogenea del contesto paesaggistico della foto. Gli effetti di superficie non attingono ad un sostrato in contraddizione con lo spazio rappresentativo, ma è proprio nel fatto di imprimersi su tale superficie che essi possono conservare e diffondere nell’opera l’effetto stordente che li connota.

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Queste composizioni possono anche apparire come la stretta rappresentazione di un contatto immediato tra lo sguardo e la memoria, un sovrapporsi di un doppio movimento. Da una parte l’occhio cattura e registra in una modalità simile a quella dello scatto fotografico, dall’altra qualcosa del visto sprofonda piegandosi su un fondale tra il residuarsi lacunoso della memoria e le palpitazioni dell’anima. Lo sguardo ne è sequestrato, rapito da una composizione inaspettata che scuote nelle sue crepe il silenzio profuso del paesaggio fotografato.

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Nel click automatico dell’occhio sussiste già primariamente un fondo sommerso che dilania silenziosamente il panorama, tingendolo di lampi di memoria, sentimenti di un passato che non passa ma che si ripercuote anacronisticamente sul nostro vedere oscillante.

A cura di:
Michele Pavan, Michael Sodini
Centro di ricerca ORFEO – suono immagine scrittura
Università degli studi di Verona

Inaugurazione sabato 24 ottobre alle ore 18.00
Domenica 25 ottobre dalle ore 15 alle ore 19
La mostra sarà visitabile dal 26 ottobre al 7 novembre su appuntamento negli spazi di Isolo 17, via XX Settembre 35/a, Verona.


Giovanni Monzon
ISOLO 17 Contemporary Art
Via XX Settembre 35/a
37129 Verona
cel. 349 3746379

www.isolo17.com