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UTOPIA. Progetto espositivo per ArtVerona Fair 2018

 

 

Utopia altro non è che una ricerca di uno spazio dedicato a pensieri impossibili, tipici di menti visionarie che sanno guardare più in profondità la quotidianità.

Utopia non è solo il rifiuto del reale ma la possibilità di ricercare nuovi modelli ideali. È un punto di riferimento verso cui orientare le proprie azioni.

Su queste premesse si inseriscono le opere di Fabiano de Martin Topranin, Noa Pane, Ramon Ramirez, Luis Israel Gonzalez, Zachari Logan, Serena Gamba e Andy Llanes

Il cambiamento, l’esplorazione e l’ampliamento delle prospettive sono le fondamenta per costruire nuovi mondi e nuove possibilità.

Questo spirito di ricerca lo ritroviamo negli esploratori intagliati nel legno di Fabiano De Martin Topranin che, con il loro sguardo meravigliato, sono alla scoperta del nostro pianeta, spesso dimenticato a causa dell’ostinata ricerca dell’Altro. Dal contrasto nato dallo scontro di materiali, come la gomma e il ferro, e dalla tensione generata dall’alternanza di vuoti e pieni, Noa Pane crea spazi senza respiro, scoprendo, grazie alla sua curiosità per l’assurdo e l’impossibile, nuovi equilibri in continuo mutamento. È solo però attraverso le installazioni e i disegni di Ramon Ramirez che scopriamo un nuovo modello di civiltà che fonda il suo sviluppo nell’energie rinnovabili. Sono città popolate da industrie monumentali, che aspirano a diventare parte integrante della nuova società. Industrie utopiche perché personificate che prendono come modello d’ispirazione l’uomo stesso. Per Luis Israel il tema dei suoi disegni si aggira sulla rappresentazione surreale di edifici antichi: la loro sospensione, verticalità, equilibrio e instabilità sono concetti che creano un parallelismo con la vita di chi li ha vissuti. Per Zachari Logan opere su carta che indagano il rapporto uomo/natura un’ampia riflessione sull’uomo e sul maschile contemporaneo e sulla sua nuova identità fluida e forse migliore. L’interesse di Serena Gamba, invece, è creare un archivio, uno strumento di memoria. In questo archivio ideale la Storia dell’Arte è soggetto principale e campo di indagine privilegiato da proteggere, ricordare e divulgare. Con Andy Llanes l’oro che domina sul fondo delle sue opere, ripropone a gran voce il suo legame con il sacro. Il paragone alla pittura medievale è automatico. Così come era per i maestri Primitivi, l’oro è utilizzato dal giovane artista cubano per rappresentare ciò che per sua natura non può essere rappresentato, l’Uno plotiniano, la divinità da cui tutto discende.

 

 

Camilla Negri

Giovanni Monzon