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Immaginando. The Image through the senses – Smooth as a gold fish

By Gianluca Balocco

Isolo17 Gallery ha il piacere di invitarvi al doppio appuntamento espositivo con l’artista Gianluca Balocco.

In occasione della presentazione della prima sezione della famosa collezione del “Museo delle Statue” di Vespasiano Gonzaga, del Palazzo Ducale di Mantova:

 

Immaginando. The Image through the senses.

Palazzo Ducale di Mantova, dal 3 marzo al 16 aprile

www.mantovaducale.beniculturali.it

Curatore: Peter Assman

 

Smooth as a gold fish, Isolo17 Gallery

Via xx Settembre 31b, Verona

Inaugurazione, 4 Marzo, ore 18.

La mostra sara aperta al publico dal 6 al 22 Marzo dalle ore 17 alle 19.30.

 

?The deepest thing in a Man is his skin? (Paul Valery) Skin is a fundamental part of our body - it?s complex and sensitive and it?s got a memory. Skin sets out a boundary between our outer and inner self and it plays a huge role in interpersonal relationships and in getting closer to art and its deepest meaning. In my project, four blind women embraced ancient statues from the Marchesa Isabella D?Este?s collection. The happening took place in a hall of the Renaissance residence Palazzo Ducale in Mantua and the floor was completely covered with dry chestnut leaves and burrs. The blind women stepped on the burrs without getting hurt. The dry leaves represent the similarity between plants and the blind women, who in this very dimension develop their tactile sensations in an extraordinary way. I wanted to investigate the way these women have developed a tactile percep-tion which allows them to feel through their hands and their whole body. The blind women have felt the shape and the beauty hidden in the ancient statues thanks to this special perception and they have proved that there are different ways in which you can receive Art.

Il progetto “The Image through the senses confronta due diverse esperienze artistiche fatte dall’autore: quella di Donne non vedenti che toccano ed avvolgono in “delicati abbracci di sensoriale conoscenza” le statue della collezione di Isabella D’Este e quella di un set di Nurturing Touch. Quindi, indaga su uno spazio invisibile dove corpo e spiritualità sono l’uno l’espressione dell’altra. Il contatto, in questo percorso, diventa anche una forma di conoscenza dell’anima, oltre che della materia. In questa dimensione si confrontano due  esperienze diverse: quella delle donne non vedenti che conoscono con i propri sensi e la propria sensualità, le statue classiche di Palazzo Ducale a Mantova e quella del Nurturing Touch realizzata con Marinella Cellai a Roma.
Immaginando. The Image through the senses. – www.facebook.com/pg/isolo17/photos

-Il tatto come immagine

Nella prima parte del progetto, 3 donne non vedenti ci raccontano con il proprio corpo, l’esperienza del toccare per la prima volta delle statue classiche appartenenti alla collezione di Isabella D’Este. Toccare per conoscere e vivere l’arte con tocchi e delicati abbracci. Il senso di questa esperienza sta nell’indagare il rapporto tra la sensibilità percettiva tattile sviluppata da Anna, Isabella e Mirella, non vedenti, attraverso le loro mani e il loro corpo. Le donne non vedenti percepiscono la forma e la bellezza delle statue antiche attraverso la propria capacità percettiva tattile in modo straordinariamente nuovo e ci riportano le loro emozioni e visioni attraverso la spontaneità attrattiva dei loro gesti. Le 3 donne nelle foto, indossano abiti leggeri per poter apprezzare meglio il contatto con il materiale e la “bellezza unica, trasmessa dalle opere antiche”. Leggero è anche l’approccio di ciascuna nell’attesa del contatto, camminando a piedi nudi, su un tappeto di foglie secche e ricci di castagne, sparsi a circondare le statue.

-Il tatto come Cura

Marinella Cellai non è una pranoterapeuta, ha mani normali come tutti noi. Tuttavia, attraverso un semplice ma intenso con-tatto, comunica alla persona della quale si sta prendendo cura, tutta la purezza della sua intenzione. La sensazione di piacere che il paziente prova, è tale da generare un senso di benefico rilassamento che allevia il peso della sofferenza, fisica o spirituale che sia. Questo è il Nurturing Touch, ideato in Nuova Zelanda per offrire sollievo e attenzione alle persone malate e per accompagnare coloro che si avvicinano alla fine dei loro giorni. E’ uno strumento potente anche per chi è semplicemente alla ricerca di una propria dimensione spirituale o si trova in un momento difficile della propria esistenza. Con l’esperienza di Marinella Cellai, si entra nella dimensione magnetica ed energetica del contatto, e sono da sottolineare i benefici che si riscontrano anche a livello emotivo quando si sciolgono antichi nodi o emergono e si elaborano emozioni dolorose e represse.

…In entrambe le esperienze, l’autore indaga sulle analogie tra il complesso sistema di percezione delle piante (16 livelli sensoriali, contro i 9) e quello più esiguo dell’uomo. Quando si “perde la vista” si sviluppa l’uso dei sensi secondari. Così il senso del tatto, dell’udito e dell’olfatto tornano ad essere importanti come nelle specie vegetali. Così le foglie sparse ai piedi delle statue classiche alludono a questo stato e forse alle più antiche e dimenticate relazioni tra l’essere umano e il mondo vegetale. I semi in mano ai pazienti di Marinella, ci riportano per un attimo al senso e alle origini della vita…

Non si tratta tuttavia di una visione new-age. Balocco opera con la fotografia come in un esperimento scientifico che privilegia una concezione sistemica della vita e che pone in stretta relazione la spiritualità, la scienza e l’arte come fenomeni diversi con una stessa origine che risiede nelle forme più evolute della consapevolezza umana.

L’installazione propone infine ai visitatori del museo una diversa modalità percettiva delle opere d’arte. In questa dimensione entra in gioco anche un grande paradosso della fruizione dell’arte: non è poi sempre vietato toccare!

La mostra “Smooth as a gold fish” nasce come installazione fotografica concettuale tratta da “Immaginando…”  l’installazione  della Sala dei Capitani in Palazzo Ducale a Mantova. In questa nuova accezione  della “deriva della visione” l’autore gioca sul doppio registro temporale tra presente/passato; tatto/vista. Possiamo toccare infatti le opere antiche così come è stato fatto in origine secoli prima da altri uomini ma non possiamo essere sicuri di vederle con gli stessi occhi. Possiamo farlo addirittura senza vedere come le done cieche ritratte nei soggetti fotografici. Le cornici dorate usate come oggetti originali tratti dal tempo (sec.lo XVIII e XIX) spostano ancora concettualmente il lavoro fotografico in una dimensione anacronistica. Possono essere così immagini del sogno di una nuova classicità che in fondo coviamo sempre come desiderio di bellezza. Una parola, bellezza, che diventa sempre più ingombrante e disambigua come un grosso e sfuggente pesce dorato.
Inaugurazione: “Smooth as a gold fish” – www.facebook.com/pg/isolo17/photos

 


 

Giovanni Monzon
Isolo17 Gallery
Via XX Settembre 31/b
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